ALFONSO MARELLI:    una vita ……..  per mille vite
Mostra Fotografica
Conferenza Storica
Concerto

Venerdì 4 maggio 2007 presso il Circolo Socio Ricreativo di San Fruttuoso, l’Associazione Culturale San Fruttuoso (ACSF) ha voluto dedicare un’impegnativa manifestazione ad Alfonso Marelli, uno dei nostri concittadini più grandi del periodo storico a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
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La serata ha visto l’esposizione di una Mostra Storico – Fotografica dedicata ad Alfonso Marelli,  allestita con cura e acume da Osvaldo Carpani. La mostra ha riscosso un successo di rilievo tanto che il Consiglio del Circolo ha chiesto all’ACSF di mantenere l’allestimento nei locali per altri due giorni.

A seguire la conferenza storica tenuta dal prof. Edoardo Bressan, docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Macerata, e dal prof. Umberto Pessina, musicologo, esperto di storia locale e presidente dell’ACSF.

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Precisa, chiara e puntuale la relazione del prof. Bressan, incentrata sull’evoluzione del movimento cattolico nella società italiana dall’1880 fino al ventennio fascista.
Il prof. Pessina ha invece illustrato nei dettagli la figura esemplare di Alfonso Marelli, che ha incarnato quei valori del cattolicesimo più progressista e socialmente maturo che Monza e Brianza ha avuto in quel periodo.

A concludere la celebrazione la Corale Alfonso
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Marelli di San Rocco (Monza), ha eseguito diversi brani tratti da alcune delle opere liriche più importanti del repertorio melodrammatico italiano.
Trasportati dal M° Alessandro Ronchi e supportati dalla pianista Anna Leoni, i coristi hanno offerto una prestazione degna del valore del loro fondatore: Alfonso Marelli.
Passione, dedizione ed emozione sono state la chiave della suggestiva interpretazione che la Corale ha regalato agli spettatori.

Splendida la cornice di pubblico che ha presenziato alla serata, con una partecipazione viva, commossa e affascinata.
Gradita la presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Monza, Annalisa Bemporad, e dei discendenti di Alfonso Marelli.

Sabina Coluccelli

Alfonso Marelli (1882 – 1931)

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Nasce a Monza, nel quartiere di Cascine Bovati, oggi San Fruttuoso.
Cresce in uno stile di sana disciplina, austera e dura fatica e in quella dignitosa povertà che caratterizza  le famiglie contadine del nostro paese.  
Primo di otto fratelli, nel 1893, a causa delle difficoltà economiche termina  gli studi dopo la 3° elementare. 
Per 4 anni è tipografo all’Oratorio di San Biagio, dove stampa Il Galantuomo, rivista conservatrice per contadini e operai.
Dal 1896 fino alla morte è dipendente in aziende tessili monzesi: Meregalli, Tagliabue, Pastori & Casanova, con funzioni di apprendista, cassiere, commesso, magazziniere.
Rifiuta sempre con cortesia, ma con decisione, ogni proposta di promozione per poter mantenere una linea sindacale autonoma da legami col padronato.
La sua busta paga è sempre dimezzata in partenza, poiché devolve il denaro a famiglie indigenti.
I giovani, insieme agli operai e ai contadini, sono l’oggetto della realizzazione nel mondo della fede in Cristo di Marelli.
Alfonso vede nella purezza d’animo di un ragazzo la possibilità di riscatto per l’umanità.
Se un adulto si lascia coinvolgere nella spontaneità dei bambini, cambia il proprio stile di vita che diventa più aperto agli altri, più comprensivo, più disponibile al confronto chiaro e trasparente.
E’ sorprendente come, un uomo che ha studiato  solo fino alla 3° elementare, possa elaborare un metodo educativo  per i giovani.
Marelli lo elabora e lo chiama abbassamenti progressivi.
Il metodo prevede la limitazione di momenti pericolosi per l’equilibrio dei ragazzi, non attraverso la proibizione, ma con proposte alternative più allettanti e sane, che mettano in evidenza le qualità del ragazzo.
In tal senso va letta l’importanza dell’espressione creativa; un’alternativa a comportamenti devianti.
Pertanto promuove giornalini giovanili, circoli di poesia, compagnie teatrali, cori polifonici, gruppi musicali, società sportive, gite culturali.

L’attività giovanile di Alfonso si svolge nell’oratorio. In particolare in quelli di San Biagio, di Cascine Bovati (San Fruttuoso), di San Rocco e del Redentore (Duomo).
Possiede una grande fede, che riesce a trasformare in azione di carità.
La sua disponibilità ad aiutare nella crescita i giovani è immensa.
La dedizione che regala ai ragazzi è totale. E’ sempre pronto ad affiancarli quando devono affrontare un problema.
La vita di Marelli non conosce soste.
Esce la mattina presto e torna a notte inoltrata.
Si muove da un paese all’altro della Brianza a piedi.
Per seguire i vari gruppi cattolici giovanili e non, percorre anche 40 km al giorno.
Per tutti ha una parola di conforto, un ascolto attento, una grande capacità di trasmettere un forte ottimismo, una grinta coinvolgente.
Il 28 luglio 1916, Marelli parte per la 1° Guerra Mondiale. Passa 28 mesi in Grecia e Macedonia, tra Salonicco e Banitsa, presso un ospedale da campo dove è aiutante medico.
Lavora al pronto soccorso e in sala operatoria.
Dal libretto personale apprendiamo che è alto 1.56, ma il suo fisico è forte: riesce a rimanere in pronto soccorso anche 18 ore consecutive.
Il problema dell’assistenza ai soldati  è enorme.
Drammatica è la sorte dei feriti rimasti al di là delle linee, che attendono la notte per strisciare verso la trincea amica dove si accumulano feriti, bende, seghe, secchi di sangue e rifiuti.
Scrive Marelli nel suo Diario di Guerra: “Tutto è chiazzato, tutto sanguina e geme. Schiacciamenti, spappolamenti di carne […] polmoni perforati, cervelli schizzati fuori, vesciche lacerate, intestino scoperto: qui ci sono brandelli di tutto il corpo umano”.
Nel tempo libero Marelli insegna a scrivere  e a leggere ai suoi compagni.
Prega e coltiva la sua Fede, partecipando ogni giorno alla Messa.
Scrive quotidianamente uno splendido Diario di Guerra, dove annota avvenimenti, emozioni, sentimenti, riflessioni.
Il 24 gennaio 1919 rientra in Italia, nel porto di Taranto. Si chiude una parentesi nella vita di un uomo che non aveva mai visto tanta sofferenza, tanto odio, tanta violenza
 
L’attenzione che Marelli dimostra per San Fruttuoso è grande, ma altrettanto lo è per  San Rocco, San Biagio, il Duomo.

Nel nostro paese lascia una traccia indelebile.
E’ l’ideatore e il fondatore della Banda Musicale, del Circolo Uomini Cattolici, della Corale Polifonica, della Filodrammatica maschile, della Società Ginnica dell’Oratorio.
Inoltre partecipa a molte altre iniziative sociali del paese
Della Filodrammatica Maschile e del Circolo Uomini Cattolici è anche presidente. Agisce con equilibrio, nonostante alcune sofferte decisioni.

Marelli è buon attore di prosa: frequenta la Scuola dei Filodrammatici di Milano. Dimostra grande passione e abilità, riconosciute da molti commenti giornalistici.

E’ anche autore teatrale.
Tra le sue opere ricordiamo:
Pace e perdono
Ostinata cecità
Napoleone I
Colpa feconda
Il ritorno
Dio non prega il sabato (atto unico contro il sabato fascista).

Elabora bozzetti coreografici per danze allegoriche e quadri ginnici:
Guerra e pace
L’assalto

Compone due operette musicali:
Le Rimembranze
Verso la luce

e un’opera lirica:
Nella conca di Bayetz (dedicata alla sua esperienza nella 1° Guerra Mndiale)

Supera l’esame di strumentazione per banda musicale.
Compone diversi pezzi per  banda e numerosi brani per coro e organo di natura sacra, ancora oggi eseguiti durante la notte di Natale dalla Corale di San Rocco.


Per Marelli la politica ha senso solo in quanto servizio alla gente che si rappresenta.
E’ un prolungare nella società ciò che di buono si fa nella famiglia, nei gruppi ristretti di amici, nelle associazioni.

Al Partito Popolare Italiano, fondato da Don Sturzo il 18 gennaio 1919, Marelli  si iscrive l’11 febbraio, fondando, insieme ad Achille Grandi, la sezione monzese del partito, cui Alfonso resta legato fino allo scioglimento, ordinato da Mussolini, il 5 novembre 1926

La fonte della maturazione politica di Marelli è l’amicizia con Achille Grandi (1883–1946), sindacalista cattolico, fondatore della CIL e della CGIL, deputato del Partito Popolare Italiano (1919-1926) e della DC nell’ Assemblea costituente,  fondatore e presidente delle ACLI (1944).
Molte esperienze li uniscono: sono stati apprendisti tipografi in gioventù, non hanno potuto compiere gli studi desiderati, provengono da famiglia povera, lavorano sempre nel settore tessile.
Si incontrano nel 1908 per la fondazione del Sindacato Tessile Italiano e dal 1914 collaborano nella Lega Cattolica per il Lavoro di Monza.
Achille Grandi rappresenta per Marelli il termine della ricerca  di una collocazione personale nel mondo del lavoro e della politica.
L’animo di Marelli, sempre desideroso di pace e dialogo, aderisce alla posizione di Grandi che prevedono un dialogo costruttivo tra il mondo sindacale cattolico e quello della sinistra, basato sui valori comuni; oltre ad un franco e deciso confronto col mondo imprenditoriale.
Ciò offre la possibilità ad Alfonso di far agire le sue grandi capacità di mediatore.
La Brianza, nell’aprile 1919, vede moltissime aziende tessili occupate dai lavoratori che reclamano sacrosanti diritti per migliorare la loro situazione lavorativa.
La Pastori & Casanova evita l’inconveniente grazie alla mediazione di Marelli, che riesce ad ottenere quanto desiderano gli operai, dando prova al padronato che, migliori condizioni di lavoro, consentiranno all’azienda degli utili più alti.

Eletto varie volte Consigliere Comunale, si dimostra capace di mantenere una linea politica di buon senso e di concretezza. Non pronuncia discorsi ideologici, ma bada a proporre e ad attuare  rimedi semplici e concreti.
Porta la linea elettrica 220 volt a S. Rocco.
Si occupa di ristrutturare le sedi delle associazioni caritative, operaie, contadine, educative, culturali.
Propone l’abolizione, per i contadini,  della tassa sul bestiame, in quanto “forza lavoro”

La sua ultima apparizione in Consiglio e del 7 agosto 1923, quando la giunta del Sindaco Mascheroni è costretta a dimettersi per le violenze dei fascisti

Il ventennio della Dittatura Fascista porta drammi e tragedie enormi a tutta l’Italia. Anche Monza non è immune dalla ferocia di Mussolini.
Nella nostre città, alle elezioni politiche del 6 aprile 1924 , il Listone, gestito dai fascisti  ottiene solo il 18% dei voti. Mussolini 5460 preferenze, contro le 9970 di Achille Grandi. A Cascine Bovati i fascisti ottengono solo il 13%. 
La propaganda antifascista di Marelli, sorretta da una grande fede in Cristo, dà ottimi risultati.
A seguito della disfatta elettorale del 1924 a Monza, Mussolini detta un manifesto che compare in tutta la città:

” Fascisti ! Non dobbiamo più picchiare, ma compiangere. Bisogno colpire in alto, colpire i capi, i responsabili della rovina del nostro paese. Fascisti ! Se incontrate Riboldi, Reina, Marelli, Grandi picchiateli senza misericordia. Dobbiamo liberare Monza e L’Italia da questo lurido marciume che la infesta”

San Fruttuoso subisce la violenza di 400 squadristi motorizzati. Sono incendiati e distrutti il Circolo Uomini Cattolici, il Teatrino della Filodrammatica, la sede della Società Sportiva, tutti gli strumenti della Banda Musicale, i luoghi di riunione dei cattolici e dei socialisti.
Dilagano pestaggi a pioggia.
Marelli si salva.

Dopo le violenze fasciste, Marelli si dedica completamente all’Azione Cattolica, per mantenere vivo l’associazionismo religioso. Ma il suo fisico è minato da mille fatiche.

La sera del 24 aprile 1931, dopo un incontro di Azione Cattolica a S. Rocco, cerca di prendere il tram. Non vi riesce: colto da  infarto, muore. Ai funerali in Duomo partecipano migliaia di persone. E’ sepolto nel cimitero di San Fruttuoso.